3 Novembre 2018

Il nostro team formato e preparato composto da guardie venatorie e volontari è sempre attivo nei campi antibracconaggio.
Da anni la LAC denuncia bracconieri, spesso cacciatori, grazie alle segnalazioni di cittadini e in collaborazione con gli enti preposti, perché ritiene questo sia il metodo più efficace per far applicare la legge.

Solo nel mese di ottobre sono centotredici le persone denunciate nel campo antibracconaggio a Brescia; quasi quattro al giorno. Tredici in più rispetto al già incredibile record negativo di due anni fa. Numeri dell’«Operazione pettirosso» rilanciata quest’anno dai carabinieri forestale del Soarda e che conferma il primato nazionale del Bresciano, autentica terra di bracconieri. In moltissimi casi con la licenza di caccia. Denunce per la detenzione di richiami vivi di specie protette, per l’uso di anellini di identificazione degli uccelli modificati e messi su animali catturati per farli così diventare da allevamento; Ed è esasperante realizzare quanto i denunciati siano recidivi, complice il fatto che le pene previste per questi reati sono miti e non hanno così alcun effetto deterrente.

Un esempio è quello di una bracconiera di Monticelli Brusati sorpresa dal Soarda sulle reti e ripresa e ridenunciata mentre trappolava tranquillamente il giorno dopo alla sua prima verbalizzazione. La stessa donna è finita nei guai anche per ricettazione, perchè deteneva pezzi di carne di cervo e di cinghiale di provenienza illecita. Tantissimi altri episodi che dimostrano l’esistenza nel Bresciano di una vera filiera criminale legata all’avifauna. Tanti i cacciatori denunciati in possesso di centinaia di uccelli protetti morti e pronti per la commercializzazione, di trappole e di reti. Un cacciatore addirittura appartiene all’elenco degli operatori faunistici riconosciuti dalla Provincia e incaricati del contenimento (ovvero dell’abbattimento) delle specie definite «invasive», ma rientra anche nell’albo degli allevatori di uccelli riconosciuti sempre dal Broletto. Facile essere allevatori se in realtà gli uccelli sono catturati e poi resi da allevamento con anello contraffatto! Tutto per venderli a cacciatori capannisti  che li utilizzeranno come richiami vivi.

I bracconieri bresciani hanno messo in campo in un mese un armamentario formato da 199 reti e 959 trappole tra sep, archetti, gabbie a scatto e prodine, richiami elettroacustici e decine di lacci per la cattura di piccoli carnivori e ungulati. Centinaia gli uccelli protetti morti e pronti per la commercializzazione, un business illecito immenso.

Il SOARDA ha terminato la sua operazione a fine ottobre ed è un vero peccato che i militari di questo nucleo se ne siano andati mentre la migrazione sul territorio bresciano non era ancora finita, perché appena il corpo specializzato e il nostro campo antibracconaggio è finito, i bracconieri hanno preso forza. Sono vergognose le lamentele lette e sentite su alcuni giornali e in Tg locali, in cui i cacciatori si lamentano di “troppi controlli”, quando sono così tanti gli uccelli di specie non cacciabili abbattuti e i reati rilevati in pochi giorni a carico di chi ha la licenza di caccia!

I nostri amati migratori e la fauna selvatica locale hanno ora poca difesa, pochi sono purtroppo gli agenti dei carabinieri forestali e della polizia provinciale, molti invece i bracconieri liberi di catturare ed uccidere.

I pochi agenti della Polizia Provinciale presenti in Valsabbia hanno fatto denunce per bracconaggio e altri reati venatori anche in questi giorni, ma ci domandiamo come mai solo in alcune valli e perché non si sente parlare di illeciti rilevati da agenti in luoghi come la Valcamonica, Bassa Bresciana?

LAC non si arrende, continueremo a denunciare, aiutare le forze dell’ordine, chiedere al governo l’aumento degli Agenti deputati al controllo, pene realmente severe e l’abolizione della caccia.

Aiutateci! Potete firmare le petizioni che troverete sul nostro sito www.abolizionecaccia.it e partecipare ai campi antibracconaggio in Italia e Europa scrivendo per avere informazioni e dare adesione a info@abolizionecaccia.it

http://www.bresciaoggi.it/territori/valtrompia/bracconaggio-è-un-vero-bollettino-di-guerra-1.6073616

 

 

 

 

 

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