Un orso ha ucciso sei pecore?

Un orso in Trentino ha ucciso sei pecore.

Trento , sabato 15 aprile 2017

Sono davvero spiacente per i pastori, ho visto in tv che accarezzavano affettuosamente le pecore superstiti: amandole così tanto, immagino l’acerbo dolore che avranno provato nel trovarne sei morte. Sarà stato un duro colpo al cuore. Immagino siano state prese tutte le precauzioni necessarie: il recinto elettrificato, i cani da pastore, il ricovero in stalla per la notte e la presenza del pastore a guardia del piccolo gregge in una zona certamente frequentata da orsi.

Molti allevatori invece non sono così premurosi nei confronti degli animali allevati. Innumerevoli notizie e filmati in rete possono mostrare in quanti e quali modi la specie umana infierisca, spesso solo per sadico divertimento, verso le altre creature del pianeta. In questo periodo di festività pasquali, ad esempio, milioni di agnelli vengono trasportati, massacrati e sacrificati in nome di tradizioni alimentari arcaiche e crudelissime. Come sempre c’è il bue che dà del cornuto all’asino! Sulle mense pasquali milioni di abbacchi al forno con le patate saranno apprezzati, ma l’orso è biasimato perché ha osato azzannare sei pecore e non è neppure riuscito a mangiarle!

Per le povere pecore, morire ammazzate dal macellaio o dall’orso, probabilmente è lo stesso!

Per il pastore ricevere il denaro dal macellaio o dalla PAT probabilmente è lo stesso!

La PAT risarcisce puntualmente, dopo gli accertamenti necessari, seguendo i correnti valori di mercato e quindi non rimane altro che attrezzarsi materialmente, seguendo gli ottimi suggerimenti dei tecnici provinciali, e psicologicamente, esercitando l’antica arte di … vivere e lasciar vivere.

Gli animali selvatici non si riproducono in modo esponenziale, gli unici animali che lo fanno sono … gli umani. Gli animali selvatici, anche in assenza di predatori, si assestano su un numero di individui adeguato al territorio in cui vivono. Gli unici a sostenere il concetto fasullo di caccia di selezione sono i cacciatori che cercano disperatamente, quanto inutilmente, di giustificare la loro attività sanguinaria e nociva dal punto di vista etico e ambientale.

Chi è l’essere senziente che dovrebbe rivolgersi esclusivamente al mondo vegetale per soddisfare ampiamente e gustosamente le sue necessità alimentari? L’orso? Non credo proprio. L’orso, animale opportunista, si ciba già di vegetali e solo se trova carcasse di animali già morti o animali, cortesemente, lasciati indifesi, si comporta da carnivoro.

Ogni anno in India muoiono centinaia di persone uccise dagli elefanti e molte altre sono uccise da tigri, serpenti e altri pericolosi vicini di casa. Alle popolazioni povere del terzo mondo chiediamo di farsi da parte e tollerare perdite dolorose per salvare animali in preoccupante pericolo di estinzione e noi che, nel ricco occidente, non corriamo seriamente pericoli di tale gravità e che abbiamo ben altri mezzi di prevenzione, non riusciamo a trovare modi razionali di convivenza con la fauna selvatica?

Se tutti gli esseri umani avessero le abitudini alimentari e lo stile di vita del mondo occidentale, non basterebbero tre pianeti terra! Non avendo, finora, a disposizione altri pianeti e, dovendo, per necessità, farci bastare questo in cui viviamo, sarebbe il caso di ridurre, urgentemente, il tasso di crescita demografica e che tutti e sette i miliardi di umani quanti siamo rinunciassimo al consumo di prodotti animali, prima ancora che per motivi etici, per esigenza ineludibile del pianeta allo stremo delle sue possibilità. Non può esserci una crescita infinita in un pianeta finito e con limitate risorse in esaurimento. La terra non è solo per la specie umana, siamo chiamati ad esserne amorevoli custodi, ad imparare a ridurre al massimo il nostro impatto sul pianeta e a convivere con le specie animali: non c’è altra possibilità.

Sono anni che segnaliamo come sia un bene per tutti noi che viviamo in Trentino avere come vicini di casa una piccola popolazione di orsi a indicare, con la sua stessa esistenza, quanto salubre e in buone condizioni generali sia il territorio, e che l’educazione al rispetto, protezione e cura di animali e ambiente debba necessariamente essere il più grande investimento provinciale. Mi fa piacere, in questa occasione, notare come anche la PAT abbia mostrato, nelle dichiarazioni del dott. Pedrotti e dell’assessore Dallapiccola, un cambio di passo rispetto al passato intervenendo a smorzare allarmismi che hanno comprensibili motivi di partenza ma che, ragionevolmente, possono essere risolti con poco danno per tutti.

Auguri a tutti e mi raccomando: nessun agnello, come nessun altro animale, sulle tavole di Pasqua e per sempre.

Grazie per l’attenzione Cordiali saluti

 

Dott. Caterina Rosa Marino

Delegata responsabile LAC Sezione Trentino Alto Adige/Südtirol

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