VENETO - in arrivo SANATORIA per IRREGOLARITA' DEI RICHIAMI VIVI
VENETO – IN ARRIVO IN CONSIGLIO REGIONALE LA PROPOSTA INDECENTE
PER SANARE LE IRREGOLARITÀ’ DEI DETENTORI DI RICHIAMI VIVI
E’ previsto per martedì 15 luglio il voto finale in Consiglio Regionale del Veneto sul progetto di legge regionale n. 313/2025, a firma G. Pan ed altri, volto a modificare la normativa in materia di esercizio della caccia.
La LAC – Lega Abolizione Caccia sottolinea come la prevista nuova possibilità di sostituire gli anelli inamovibili numerati (appositi alla nascita ai soggetti allevati in cattività), fornendo altri contrassegni non meglio specificati, si presti ad indebolire le attività di controllo, favorendo di fatto anche i disonesti che si approvvigionano di uccelli catturati illegalmente in natura con le reti.

Fornire contrassegni che hanno il valore di sigillo identificativo della pubblica amministrazione a persone che lo richiedono solo sulla base di semplici auto-certificazioni aprirà le porta a malversazioni e a mercati illeciti a danno del patrimonio naturale.
La normativa statale, infatti, vieta che l’approvvigionamento in natura di richiami di cattura avvenga coi mezzi vietati dalla Direttiva comunitaria “Uccelli” del 1979, incluse le reti.
Il riferimento, pertanto, alla legalizzazione di richiami provenienti da (improbabili) impianti di cattura è una forzatura giuridica giocata sull’ambiguità formale del progetto di legge.
Gli allevamenti fasulli e i bracconieri, che lucrano attraverso l’apprensione in natura (violazione penale) e la successiva rivendita di esemplari avifaunistici, saranno i veri disonesti avvantaggiati da questa malcelata sanatoria.
In gabbiette in genere larghe una trentina di centimetri sono tenuti a vita dai cacciatori “capannisti“ uccelli delle specie : allodola, merlo, tordo bottaccio, tordo sassello, cesena, che fungono da richiami vivi durante le cacce da appostamento ai migratori, con la funzione di attirare gli esemplari migratori delle stesse specie sulle traiettorie di tiro dei fucili.
La LAC si appella al Consiglio Regionale del Veneto e alle forze politiche affinché venga ritirata questa proposta indecente, a danno della nostra biodiversità, malamente camuffata da nuova procedura di registrazione dei richiami vivi, con un corollario di sperperi di denaro pubblico.
La registrazione telematica dei richiami vivi costerebbe 110.000 euro da subito ai contribuenti veneti, secondo quanto previsto dal p.d.l. 313.
Altri 150.000 euro sarebbero i costi complessivi per le annualità 2025 e 2026 per la fornitura dei nuovi contrassegni ai cacciatori.
Lega Abolizione Caccia
Ufficio comunicazione

