Campi antibracconaggio
Il Bracconaggio: un fenomeno illegale e inaccettabile
Il bracconaggio è un crimine che persiste a causa di false tradizioni e del mercato nero legato alla caccia e all'alimentazione. Si tratta di una pratica illegale che minaccia gravemente la fauna selvatica e l’equilibrio naturale. Il più alto numero di uccelli catturati o uccisi nella regione del Mediterraneo si registra in Italia (tra i 3,4 e i 7,8 milioni), Egitto (tra i 700mila e i 10,6 milioni), e Siria (tra i 2,9 e i 4,9 milioni). Un mercato d’affari sporco di milioni di euro, ma soprattutto di preziose irrecuperabili vite perse.
Fucili, archetti, reti, tagliole... Sono fra gli «attrezzi» illegali che vengono usati per stanare e poter uccidere gli animali e che rendono i boschi e pianure una trappola diffusa.
Per contrastare questo fenomeno, la Lega per l'Abolizione della Caccia (LAC) da 50 anni organizza campi antibracconaggio in tutta Italia, con l’obiettivo di proteggere gli uccelli e le altre specie protette.
I campi più frequenti volti alla protezione degli uccelli, in vari black-spot individuati nel nostro Paese sono:
- Valli Bresciane (da agosto a dicembre)
- Sardegna (a dicembre)
- Ponza (da marzo a giugno)
- Isola del Giglio (da marzo a giugno)
- Trentino Alto Adige (da marzo a giugno)
Durante questi campi, i volontari provenienti da tutta Europa partecipano a operazioni di monitoraggio, rimozione di trappole (dopo aver denunciato chi ne ha responsabilità) e segnalazione di attività illegali, collaborando con le Forze dell'Ordine per contrastare la caccia furtiva.
Volontari provenienti da tutta l’Europa si uniscono nelle nostre attività di indagine per arginare il fenomeno dell’uccellagione, localizzando trappole, rimuovendo archetti, richiami elettronici e reti. A questo scopo collaborano spesso a fianco dei Carabinieri Forestali, dei Carabinieri e delle altre Forze dell’ordine.
I campi non sono vacanze da birdwatchers e nemmeno manifestazioni, ma sono un enorme sforzo per la protezione dell’avifauna!
Ogni anno, grazie al nostro lavoro, migliaia di trappole e reti vengono sequestrate e infine distrutte dalle forze dell’ordine. Decine di bracconieri vengono denunciati e le loro armi sequestrate dalle autorità giudiziarie. Migliaia di uccelli, catturati illegalmente, vengono liberati. I volontari che partecipano ai campi, grazie anche al supporto della tecnologia messa a loro disposizione, diventano un ottimo supporto per indagini e denunce che assicurano alla giustizia chi delinque in materia ambientale.
Voli Spezzati: Il documentario mostra le attività dei volontari svolte nelle principali rotte migratorie ed in altre zone di trappolaggio: Valli bresciane, Ponza, Sardegna e Trentino Alto Adige. Si stima che ogni anno solo in Italia vengano uccisi 5,6 milioni di uccelli a causa della caccia e del bracconaggio. I reati venatori sono compiuti con una stima dal 70 /90% da persone in possesso di licenza di caccia o che l’hanno avuta di recente (dati delle forze dell’ordine). Oltretutto va considerato che la fedina penale di chi ha commesso reati venatori rimane pulita.
Attenta sorveglianza delle aree di caccia, volta all’assicurarsi che vengano rispettate le leggi e gli animali e l’ambiente non subiscano atroci abusi.
Ricerca, rinvenimento, segnalazione e rimozione di trappole e arsenali posizionati dai bracconieri tramite tecnologie avanzate
Qualora si ritrovassero animali in gravose condizioni i volontari si assicureranno di fornire il soccorso adeguato, assicurandosi di fare il possibile
Cosa serve per partecipare?
Le attività nei campi antibracconaggio sono impegnative e richiedono determinate abilità:
- Senso di responsabilità e autocontrollo emotivo sono essenziali.
- Una buona forma fisica e capacità di resistenza, poiché le attività possono richiedere lunghe camminate in montagna e condizioni meteorologiche difficili.
- È fondamentale essere in grado di lavorare in gruppo, mostrando un alto livello di tolleranza e adattabilità.
Come fare domanda di partecipazione?
Se anche tu desideri contribuire alla protezione della fauna selvatica e partecipare ai nostri campi antibracconaggio, scrivici. Saremo felici di darti tutte le informazioni necessarie per entrare a far parte della nostra squadra!
La LAC copre gran parte delle spese di alloggio (mentre il vitto è a carico dei partecipanti, con una preferenza per diete vegane). In base alle risorse disponibili, i costi di viaggio possono essere parzialmente rimborsati. Le spese per l’organizzazione dei campi sono finanziate principalmente grazie alle donazioni di soci e sostenitori.
Pensi che questo sia un compito per te? Contattaci e aiutaci prendendo parte alle nostre attività.
Il campo si svolge dalla fine di settembre all’inizio di novembre. Vi partecipano centinaia di volontari provenienti da tutta Europa che giornalmente perlustrano la provincia di Brescia, in cerca delle trappole per gli uccelli migratori, soprattutto reti, archetti e sep. Le zone dove si trovano le trappole, vengono segnalate a Carabinieri Forestali o altre forze dell’ordine, che dopo appostamenti e indagini fermano e denunciano il bracconiere.
Il campo si svolge nei mesi di aprile e maggio, giugno. I volontari, oltre a perlustrare l’isola di Ponza in cerca delle trappole utilizzate per la cattura degli uccelli, dall’alba fanno da sentinelle nelle zone in cui si spara illecitamente agli uccelli migratori. La presenza dei volontari, l’incoraggiamento del turismo naturalistico e del birdwatching, ostacola comunque chi fa bracconaggio e getta le basi per una cultura rispettosa dell’ambiente.
Il campo si svolge tra novembre e dicembre. I volontari perlustrano i territori del Sud Sardegna in cerca di trappole per l’avifauna, costituite da piccoli cappi di crine di cavallo o di nylon, e di lacci d’acciaio utilizzati per la cattura di ungulati, cinghiale e cervo sardo in particolare.
Il campo si svolge nei mesi di aprile e maggio. I volontari perlustrano l’isola in cerca di schiacce utilizzate per la cattura degli uccelli e di lacci per catturare i conigli selvatici.