Un breve resoconto sul campo antibracconaggio a Ponza – primavera 2025
È una vecchia storia che si ripete, a dimostrazione del fatto che solo la repressione – o in questo caso la prevenzione – hanno qualche influenza sulle varie forme di caccia illegale.
È sempre così, purtroppo, e la storia si ripete uguale anche per quanto riguarda il campo antibracconaggio primaverile nell’isola di Ponza: una delle attività di protezione più consolidate della Lega per l’abolizione della caccia.
Quest’anno i volontari che hanno presidiato questa vitale stazione di sosta per gli uccelli migratori non hanno dovuto confrontarsi con spari fuorilegge, ma hanno trovato centinaia di munizioni in diversi nascondigli, pronte per essere impiegate in particolare contro le ormai rarissime tortore comuni, segnalandole e facendole sequestrare dai carabinieri.


Non hanno trovato reti da uccellagione in attività, ma individuato numerose preparazioni pronte ad accoglierle se non ci fossero stati loro a impedirne l’uso.

In compenso perlustrando orti e macchie hanno scoperto una serie di «schiacce» in attività, orribili trappole a caduta che straziano gli uccelli, mini tagliole da uccellagione nuove di zecca, a dimostrazione del fatto che il bracconaggio primaverile prosegue,



e tappeti di bossoli abbandonati nelle postazioni di tiro illegali dalle quali si spara a qualsiasi cosa.




Tutto si è semplicemente fermato con il loro arrivo, segnalato già al momento del pur discreto sbarco nel porto, perché i bracconieri di Ponza possono contare su connivenze e sentinelle efficienti, e proprio il loro arrivo ha sicuramente contribuito a far ripartire indenni verso la Penisola e il Nord moltissimi uccelli – dai gruccioni ai luì, dai rigogoli alle tortore – lasciando l’amaro in bocca e provocando le lamentele e gli insulti di chi sperava di saccheggiarli.


Un risultato reso possibile dai continui pattugliamenti dei nostri volontari,

in orari impossibili del giorno e della notte, da lunghi presidi delle località più colpite dall’illegalità venatoria – Piana Incenso, Monte Guardia, Monte Antonio, Forte Papa -, visitate anche all’alba e in piena notte, e da spostamenti effettuati con discrezione senza mai fare ricorso ai mezzi pubblici: per proteggere l’avifauna. Un esempio? In 9 giorni hanno percorso in silenzio e quasi invisibili 187 chilometri a piedi.


NON POSSIAMO CHE RINGRAZIARE I NOSTRI INSTANCABILI VOLONTARI
CHE HANNO DIFESO LA PREZIOSA AVIFAUNA CHE, GRAZIE AL LORO OPERATO, E’ RIUSCITA AD ARRIVARE ANCHE DA NOI.

ORA POTETE VEDERLA SE ALZATE GLI OCCHI AL CIELO e POTETE ASCOLTARNE IL CANTO