Legge regionale “sparatutto” del Veneto in gran parte dichiarata incostituzionale

15 luglio 2017 – Comunicato stampa

Con sentenza n. 174, depositata il 13 luglio scorso, la Corte Costituzionale ha dichiarato incostituzionali vari articoli della legge regionale del Veneto n. 18 del 27 giugno 2016, in materia di estensione del “nomadismo venatorio”, recupero fauna abbattuta con barche a motore, addestramento cani, ed impiego di cacciatori al posto del personale di vigilanza per interventi di controllo faunistico.

La Consulta si è pronunciata dopo una richiesta di impugnazione, formulata dal Consiglio dei Ministri, anche a seguito di un dettagliato esposto formulato la scorsa estate dalla Lega Abolizione Caccia (L.A.C.) e da altre associazioni per la tutela della fauna selvatica, ritenendo fondati tutti i punti su cui erano stati sollevati forti dubbi di legittimità e di palese contrasto con la normativa ittico-venatoria nazionale.

http://www.giurcost.org/decisioni/2017/0174s-17.html

Per effetto della sentenza 174/2017 della Corte Costituzionale, cessano di avere efficacia quelle disposizioni regionali del Veneto che:

– prevedevano abbattimenti in periodi di divieto venatorio e in zone protette di specie faunistiche da controllare, senza la presenza obbligatoria di agenti di polizia provinciale , ma ricorrendo direttamente ai cacciatori;

– attribuivano la possibilità di cacciare in forma vagante anche ai cacciatori titolari della sola opzione per cacciare da appostamento;

– attribuivano la possibilità di cacciare in modalità da appostamento anche ai cacciatori autorizzati alla sola caccia in forma vagante;

– prevedevano disposizioni illegittime per l’abbattimento dei cormorani, specie protetta a livello europeo (mancato esperimento di soluzioni alternative, mancato uso dell’atto amministrativo invece che della legge regionale);

– prevedevano il recupero di animali feriti a caccia, con uso di fucile e natante, quando il realtà la caccia sparando da barche è reato;

– prevedevano con legge-provvedimento regionale la possibilità di istituire campi di addestramento cani da caccia, con sparo di selvaggina per tutto l’anno e non solo in periodi limitati.

La LAC esprime soddisfazione per il parziale ripristino di uno standard minimo di legalità nella legislazione venatoria veneta, stigmatizzando comunque la consapevolezza con cui norme in palese contrasto con la normativa statale di settore continuano ad essere promulgate in un clima di sciatteria, incompetenza e clientelismo da una gran parte del Consiglio Regionale.

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