Il T.A.R. Sardegna, con decreto presidenziale, Sez. I, 12 settembre 2022, n. 226 ha disposto immediatamente la sospensione della stagione venatoria per Moriglione (Aythya ferina), che sarebbe iniziata la prossima domenica 18 settembre, e ha fissato l’udienza collegiale cautelare per il 5 ottobre 2022 sulla richiesta di sospensione della caccia alla Pavoncella (Vanellus vanellus) e ad altre specie di Anatidi e Turdidi, prevista con avvio in data successiva, nonché alla previsione di giornate di caccia (1 novembre 2022, 6 gennaio 2023) in giorni di silenzio venatorio.
In buona sostanza, sussistendo l’”estrema gravità ed urgenza, tale da non consentire neppure la dilazione fino alla data della camera di consiglio”, così come prevede la legge (art. 56 C.P.A.),il Presidente dei Giudici amministrativi sardi ha accolto l’istanza cautelare presentata dall’avv. Carlo Augusto Melis Costa, del Foro di Cagliari, per conto delle associazioni ambientaliste Gruppo d’Intervento Giuridico (GrIG), WWF Italia, Lega per l’Abolizione della Caccia, E.N.P.A., L.A.V., LIPU-BirdLife Italia, LNDC Animal Protection, che hanno impugnato il calendario venatorio regionale sardo 2022-2023 (il decreto assessoriale n. 4143/7 del 10 agosto 2022) in merito alle previsioni con abnormi carnieri potenziali della caccia al Moriglione e alla Pavoncella.
E per quest’ultima specie la sospensione della caccia sembra sia destinata all’udienza del 5 ottobre solo per ragioni temporali.
Assurdi carnieri potenziali dai 35.987 cacciatori ufficialmente autorizzati: ben 107.961 esemplari di Moriglione e ben 899.675 esemplari di Pavoncella.
Quest’ultimo provvedimento giudiziario è il quattordicesimo consecutivo dal 2017 e ben s’inserisce in un’ormai lunga serie di pesantissime censure dei calendari venatori regionali isolani degli ultimi anni, che han visto un’Amministrazione regionale purtroppo prona alle pressioni delle associazioni venatorie in contrasto con il minimo buon senso necessario per la corretta gestione del patrimonio faunistico, segno di pessima volontà e capacità regionale di gestire il patrimonio faunistico.
Impareranno qualcosa Regione e associazionismo venatorio?
Lo vedremo nelle prossime settimane, quando – conseguito l’obbligatorio parere dell’I.S.P.R.A., sarà presa una decisione in relazione alla proposta di caccia alla Pernice sarda (Alectoris barbara), alla Lepre sarda (Lepus capensis mediterraneus) e al Coniglio selvatico (Oryctolagus cuniculus),
Per ora, dopo i censimenti e i monitoraggi, l’incaricata Agenzia regionale Forestas (agosto 2022), considerato che “il prelievo (venatorio, n.d.r.), congiuntamente alle condizioni meteo climatiche poco favorevoli degli anni scorsi … stia causando un abbassamento generale della consistenza della Lepre e della Pernice sarda”, segnala “l’opportunità di bloccare il prelievo di Lepre e Pernice sarda per un ciclo di qualche anno”, analogamente per il Coniglio selvatico, per cui, “con i valori di densità osservati, non è ipotizzabile il prelievo”.
Solo in poche riserve di caccia autogestite è ipotizzabile una quota minima di capi abbattibili, come certifica (settembre 2022) il Servizio Tutela della Natura del medesimo Assessorato della Difesa dell’Ambiente della Regione autonoma della Sardegna.
Buon senso e rispetto della legge indicano una strada chiara per chiunque sia in grado di capirlo.

Qui il testo del decreto presidenziale, Sez. I, 12 settembre 2022, n. 226: 

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