Avevamo deciso di aderire alla proposta della Regione Lombardia con un atteggiamento collaborativo e di apertura, immaginando di poter offrire un contributo fattivo a una gestione della fauna selvatica ampiamente migliorabile. L’Osservatorio Faunistico Regionale è una struttura tecnica prevista dalla legge quadro nazionale 157/92 ma purtroppo c’è voluto poco perché ci si rendesse conto che questo Osservatorio non è altro che una foglia di fico dietro la quale nascondere le solite, decennali politiche di rapina ai danni della fauna selvatica, e in particolare degli uccelli migratori: il 90% degli argomenti finora trattati hanno riguardato l’attività venatoria o comunque forme di prelievo della fauna dall’ambiente in deroga ai divieti generali.
    La Regione sta semplicemente cercando di dare una dignità scientifica inesistente al saccheggio della fauna, e la prova concreta la si è avuta già agli esordi, hanno trattato scelte già prese ai tavoli delle associazioni venatorie, le solite proposte cui il Pirellone ci ha abituati: riapertura degli impianti di cattura dei richiami vivi; caccia in deroga dei fringillidi e di altre specie protette.
 
    La goccia che però ha fatto traboccare il vaso è stata la delibera della Regione (n° XI/4370 del 03/03/2021), che avrebbe dovuto recepire una recente sentenza del Tar Lombardia. A seguito di un ricorso della LAC, in prima fila da vent’anni in questa battaglia, il Tar ha imposto alla Regione di individuare entro 90 giorni tutti i valichi interessati dai flussi migratori in cui interdire qualsiasi forma di caccia. La legge 157/92 impone che la Regione Lombardia istituisca tutti i valichi e dal 1992 ad oggi, nulla è stato fatto per previlegiare la lobby venatoria.  Esiste un’ampia serie di studi ornitologici autorevoli, documenti, esperienze pratiche su questi siti, che naturalmente Milano ha ignorato, accogliendo invece la falsa affermazione dell’Osservatorio, sulla presunta assenza di dati scientifici, rinviando ogni altra decisione a studi che nessuno farà mai. 
    Ancora migliaia di euro dei contribuenti lombardi inutilmente sperperati dalla Regione Lombardia in spese legali per difendere atti amministrativi illegittimi di “calibro 12” ai tempi del Covid, un’altra mancanza di rispetto delle norme, delle istituzioni e delle sentenze.
 
    La Lac ha deciso per tanto di ritirare la propria adesione alla rappresentanza ambientalista all’interno di questo organismo.
 
Milano, 17.03.2021
Ufficio Stampa Lac Lombardia
 
 
Link: 
 
Testo della sentenza Tar Lombardia n. 2342/2020 del 28.11.2020 
 
Delibera regionale n° XI/4370 del 03/03/2021
 
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