Caccia: Ancora una volta si sfruttano i problemi degli agricoltori per fare concessioni al mondo venatorio sacrificando la tutela ambientale.

LAC, ENPA, LAV, LIPU E WWF scrivono ai deputati:

“Nella proposta sulle semplificazioni per il settore agricolo presentati emendamenti che violano i principi Nazionali ed Europei a Tutela della Fauna Selvatica.
Abbiamo inviato un appello a tutti i componenti della Commissione Agricoltura della Camera affinché domani non trovi accoglimento alcun emendamento che, pretestuosamente e in una proposta che riguarda disposizioni di semplificazione per il settore agricolo, modificherebbe la legge 157 del 1992 sulla tutela degli animali selvatici, regalando la gestione della fauna – materia tecnico-scientifica che nulla avrebbe a che vedere con la caccia – alle doppiette e mortificando il ruolo della scienza e dei controlli.
Affidare la gestione della fauna selvatica a soggetti privati come i cacciatori che svolgono un’attività ludica esercitata secondo modalità ed obiettivi spesso contrastanti con quanto indicato dalla scienza e dai principi di tutela ambientale, rischia di alterare i delicati equilibri naturali generando effetti devastanti a danno di ambiente e agricoltura, e – nel caso dei cinghiali – con l’evidente rischio di favorire la diffusione della Peste Suina Africana”.

Con queste parole le associazioni ENPA, LAC, LAV, LIPU e WWF lanciano l’allarme sull’ennesimo tentativo di ampliare per legge i limiti imposti alla caccia, con il rischio di avviare una vera e propria deregulation venatoria.

Nell’atto che domani sarà approvato dalla Commissione Agricoltura, vi sono proposte di “sostituire” l’Istituto Superiore per la Ricerca e la Protezione Ambientale (ISPRA, l’istituto scientifico più autorevole nel nostro Paese in materia di fauna), con improbabili istituti regionali per velocizzare i piani di abbattimento eliminando possibili “ostacoli”, di allargare le dimensioni degli Ambiti Territoriali di Caccia (ATC) che svilirebbero il principio del legame cacciatore-territorio e persino di autorizzare l’impiego di visori notturni nelle attività venatorie quando l’impiego nella caccia di strumenti di amplificazione della luce residua è espressamente vietato da norme internazionali. Vi è addirittura la proposta di escludere i calendari venatori dalla procedura di valutazione di incidenza ambientale!
Inoltre, è inaccettabile l’ipotesi di coinvolgere cacciatori o ausiliari remunerati per interventi di controllo faunistico, che oggi sono attribuiti al personale di vigilanza allo scopo di evitare qualsiasi conflitto tra l’interesse privatistico dei cacciatori e l’interesse pubblico.

“Approfittare di una proposta di legge che tratta di semplificazione per il settore agricolo inserendo emendamenti che mirano solamente a favorire i cacciatori e mortificare la scienza, attraverso una modifica della legge nazionale 157 del 1992 e in violazione delle direttive Europee, è una grave scorrettezza a cui chiediamo ai componenti della Commissione di opporsi con il voto contrario – concludono le associazioni.”

 

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