Come gli assessori favorevoli alla caccia interpretano i numeri a loro favore.

“Lombardia, abbattimento di cinghiali in crescita del 25%… il modello Lombardo con la caccia estesa a tutto l’anno, anche di notte e con tecniche diverse, sta dando i sui frutti…Il nostro diventi un modello nazionale”.

In realtà i dati esposti dall’assessore all’agricoltura e ai sistemi verdi, anch’esso cacciatore, dati di incremento della popolazione dei cinghiali e degli incidenti su strade in Lombardia, dicono e confermano quello che scienziati e ricercatori che studiano la specie cinghiale affermano da tempo :
Gli abbattimenti, la caccia di selezione, i piani di controllo, causano l’aumento della prolificità, aumentano la popolazione dei cinghiali. Influenzano negativamente le dinamiche demografiche della specie destabilizzandone la spontanea capacità di autocontrollo e incrementano l’areale dei danni ai coltivi e sulle strade per via della dispersione dei branchi. Il cinghiale esce dal bosco per sfuggire alle braccate, alla caccia, agli spari e per questo può arrivare nei centri urbani e sulle strade, che dovrebbero essere opportunamente messe in sicurezza non solo per i cinghiali, ma anche per l’attraversamento di altra fauna e per i tempi a venire.

L’assessore in questo articolo dice che i danni causati all’agricoltura nello scorso anno sono di 600’000 euro, non ci giunge notizia però di spese della Regione per metodi ecologici efficaci per difendere le colture previsti come prioritari dalla Legge Nazionale. Sappiamo invece che la sua giunta ha stanziato 600’000 euro per la manutenzione dei roccoli, impianti di cattura avifauna non più legali.
E che con la stessa cifra avrebbe potuto far acquistare 600Km circa di recinzioni elettrificate da dare in comodato d’uso a chi voleva proteggere una volta per tutte, per diversi anni, le proprie coltivazioni da danni di qualsiasi specie selvatica.

Come qualsiasi persona sa che sterminare un branco di cinghiali che entra in un campo coltivato, non impedirà l’anno successivo ad un altro branco di stabilirsi in quel posto. La prevenzione invece sì.

L’aumento esponenziale dei cinghiali è la caccia, unito ad altri fattori che qui sintetizziamo:
I piani di gestione non hanno quasi mai alle spalle effettivi censimenti della popolazione del cinghiale, ma monitoraggi compiuti da o con l’ausilio dei cacciatori con evidente conflitto di interessi; sono deliberati sulla base di presunte emergenze; poiché favorire i piani di abbattimento significa favorire il mondo venatorio e buona parte del mondo agricolo, ricevendo da essi il consenso politico, i metodi alternativi (che la legge 157/92 indica sempre come la prima soluzione da adottare) non vengono mai o scarsamente utilizzati.

E questo succede semplicemente quando nessuno ha un reale interesse a mantenere un equilibrio natura-uomo e ridurre i danni alle colture recintando adeguatamente i coltivi.

Così facendo invece, si dà al mondo venatorio tutta la possibilità di divertirsi cacciando tutto l’anno, utilizzando i piani adottati e le modifiche  alla Legge Regionale come quelle deliberate  dalla Lombardia e magari avere anche un buon guadagno economico nella rivendita della carne dei selvatici. Con buona pace degli agricoltori…

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