INDENNIZZI PER SERVITU’ VENATORIA: SI DECIDE IL 26 MARZO IN CONSIGLIO REGIONALE

Quella del 26 Marzo 2019 potrebbe diventare una data cruciale per l’esistenza stessa della caccia, perlomeno nella forma e nelle modalità di gestione che abbiamo conosciuto finora.

Quel giorno infatti sarà in discussione al Consiglio regionale delle Marche, la Mozione n. 431 del consigliere Bisonni sul “Rimborso delle indennità spettanti ai conduttori e proprietari di fondi soggetti a servitù venatoria”.

Si tratta di una delle battaglie “storiche” che la LAC ha sempre portato avanti nella sua lotta contro la caccia e per l’affermazione dei diritti degli agricoltori e dei proprietari terrieri. Nel 1992, infatti, due anni dopo lo storico referendum per l’abolizione della caccia, che sfiorò il quorum del 50% dei votanti, ma che nella stragrande maggioranza sancì che gli italiani erano favorevoli all’abolizione della caccia, venne approvata la nuova Legge sull’esercizio venatorio, la n. 157, tuttora in vigore. Quasi nessuno sa però che i legislatori, consapevoli che l’art. 842 del Codice Civile, che permette ai cacciatori di entrare armati nei terreni altrui, anche senza il consenso dei legittimi proprietari, favoriva sfacciatamente gli stessi, ledendo il diritto di proprietà privata e il principio di uguaglianza tra i cittadini, introdussero l’Art. 15 nella Legge 157/92, che prevede un indennizzo in denaro per i proprietari e/o i conduttori di fondi soggetti a questa che, a tutti gli effetti giuridici, è definita come “servitù venatoria”.

Finora però i proprietari ed i conduttori di fondi agricoli non hanno percepito neppure un euro di indennizzo, perché le Regioni e gli ATC si sono sempre rimpallati a vicenda le responsabilità di pagare questi rimborsi.

Se la mozione del consigliere Bisonni fosse quindi accolta, rappresenterebbe un precedente storico importantissimo, che dovrebbe poi essere esteso a tutte le Regioni, ed essendo i cacciatori gli unici beneficiari di questo privilegio, dovranno essere proprio loro a pagare questi indennizzi, compresi tutti gli arretrati. E questo potrà avvenire solo aumentando notevolmente le tasse venatorie, con l’inevitabile conseguenza che moltissimi cacciatori appenderanno il fucile al chiodo, mentre chi se lo potrà permettere andrà a caccia a pagamento nelle riserve private, come avviene in molti stati esteri come la Germania. Grandissime responsabilità per questi mancati indennizzi le hanno le organizzazioni associative e sindacali degli agricoltori, che per non inimicarsi i rapporti con le associazioni venatorie e con i politici, che da sempre tutelano gli interessi dei cacciatori, non hanno mai informato dell’esistenza di questo diritto i loro iscritti ed associati.

Ci aspettiamo, quindi, che venga fatta finalmente giustizia nei confronti di tutti gli agricoltori ed i proprietari dei fondi, che oltre a subire l’ingresso nelle loro proprietà di gente armata, che spesso non rispetta le distanze di sparo dalle abitazioni, mettendo quindi a rischio la loro incolumità fisica e quella dei loro animali, sono stati privati per tutti questi anni anche dei legittimi indennizzi per i danni alle colture e per il fastidio a loro procurato dai cacciatori.

Se invece la Mozione Bisonni verrà respinta, allora siamo curiosi di vedere con quale tipo di “pretesto” il Presidente Ceriscioli e la maggioranza in Regione proveranno a “giustificare” il loro respingimento, dopo che, proprio con la scusa di prevenire i danni prodotti dai cinghiali alle coltivazioni agricole, nei mesi scorsi hanno fatto “carte false” per aggirare le sentenze del TAR, del Consiglio di Stato e, in ultimo, anche della Corte Costituzionale, che avevano dichiarato illegittimi ed incostituzionali sia il Piano Faunistico Venatorio regionale che il Piano di Controllo regionale del cinghiale. Se, anche ora che hanno la possibilità di adempiere ad un articolo di legge che rende giustizia agli agricoltori, i nostri politici ed amministratori faranno ancora una volta “orecchie da mercante”, allora anche i bambini capiranno che finora le leggi ed i provvedimenti da loro emanati, che hanno peraltro ridicolizzato la nostra Regione, esponendola a probabili infrazioni comunitarie e risarcimenti per danno erariale, sono state fatte solo ed esclusivamente per tutelare i loro “protetti”: i cacciatori!

Ancona, li 25 Marzo 2019 Danilo Baldini – Delegato LAC per le Marche

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