I cuccioli lasciati senza protezione

La LAC si è mossa, con metodi sempre pacifici e democratici, a difesa di Daniza, di KJ2 e degli altri orsi per motivi etici, poiché ritiene gli animali selvatici in particolare, e tutti gli animali in generale, portatori di diritti, primo fra tutti alla vita, alla libertà e a svolgere indisturbati il proprio ciclo di vita nell’ambiente naturale in cui sono da sempre inseriti. Ci impegniamo a un fermo contrasto, anche per vie legali, contro le ordinanze PAT (Provincia Autonoma di Trento) opponendoci all’acquisizione di ulteriori competenze cedute dallo Stato alla PAT, in pratica dei “poteri speciali” in materia di aree naturali protette e animali selvatici. Milioni di persone, ovunque nel mondo, tra cui esperti zoologi, hanno espresso dispiacere e perplessità circa l’uccisione della mamma orsa KJ2 e preoccupazione per l’incolumità dei suoi cuccioli: la PAT tace sulle modalità dell’esecuzione della madre e sulle misure prese a tutela dei due piccoli che dovrebbero essere sugli 8 mesi circa.
Si suppone che i forestali provinciali stiano monitorando a distanza i piccoli orfani di KJ2 e si desume da fonti di stampa che siano pronti a nutrirli in caso di necessità. Avere ucciso KJ2 lascia i cuccioli senza una guida preziosa poco prima dell’inverno e in balia di eventi casuali troppo indefinibili. In mancanza della presenza materna potrebbero perdere la naturale ritrosia e timore nei confronti dell’unica specie animale realmente pericolosa per loro: l’uomo. A questa età avranno già acquisito le informazioni sul reperimento del cibo ma la funzione di protezione materna dai pericoli è venuta a mancare. E’ urgente e necessario evitare che i cuccioli, senza la guida della madre, per fame o inesperienza, si avvicinino al cibo troppo facilmente reperibile presso gli insediamenti umani. I due cuccioli erano ancora in compagnia della madre KJ2 quando lei è stata uccisa, vuol dire che non erano ancora pronti a vivere autonomamente. Di solito, gli orsetti trascorrono con la madre i primi due anni circa di vita, al momento opportuno, in natura, le madri allontanano, e pure senza tante cerimonie, i figli ormai maturi.
Ora che gli orsacchiotti sono piccoli, teneri, carini, ottimi soggetti fotografici, è fin troppo facile attirarli. La mancanza di timore verso gli umani è di per sé una condanna a morte per questi cuccioli, avere paura degli umani, evitarli, è la garanzia della loro sopravvivenza futura. Tra un anno, se sopravvivranno, saranno adulti, e non saranno più così teneri e carini, a quel punto saranno dichiarati orsi “dannosi” e saranno ammazzati: o direttamente dai forestali della PAT o lasciati bracconare … Il fondato timore è che questi piccoli possano acquisire consuetudine con sapori e odori umani, questo probabilmente li potrebbe rendere, una volta adulti, “orsi confidenti”. Rossi, o chi per lui, dopo aver causato la loro familiarità con gli umani a quel punto che farà: condannerà alla pena capitale anche questi orsetti? Si potrebbe anche dire che è proprio la PAT che in qualche modo crea “orsi problematici”!
Con KJ2 viva non sarebbe accaduto. Sarebbe stato sufficiente tenere la famigliola sotto controllo: l’orsa era monitorata, da brava madre quale aveva dimostrato di essere in tutti questi anni, avrebbe protetto i figli, avrebbe istruito i cuccioli sui sentieri da percorrere e quelli da evitare, sui cibi utili o invece dannosi, sui luoghi di svernamento, sullo scegliere una tana idonea e infine, tra poco, sarebbero andati in letargo. Aver partecipato al progetto europeo “LIFE URSUS”, significa assumersi delle responsabilità e degli oneri; significa formare/informare la popolazione sull’importanza di avere salvato una specie preziosa come quella dell’orso, (e oggi anche lupo e lince), e sulla possibilità di condividere il medesimo territorio, umani e animali, senza intralciarsi gli uni con gli altri.

KJ2, come Daniza, prima di lei, non aveva mostrato alcun comportamento anomalo ma quello che è il regolare comportamento di protezione della prole. Mai provato ad avvicinarvi a una mamma gatta? Come reagisce se si prova a toccare i suoi micetti? Occorre essere laureati in zoologia per saperlo? Le mamme orse hanno mostrato unicamente comportamenti di protezione verso i piccoli e di allontanamento da ogni possibilità di contatto con gli umani che per loro rappresentano solo fonte di pericolo. A nostro avviso, a distanza di alcuni giorni dalla reazione emotiva comprensibile seguita al colorito racconto, l’amministrazione provinciale , nel colpevole silenzio di un Ministro dell’ambiente di assoluta inconsistenza, avrebbe potuto e dovuto mostrarsi in grado di ponderare le diverse posizioni di popolazione locale, operatori economici, mondo scientifico, opinione pubblica mondiale, organizzazioni di protezione ambientale e animale e modificare opportunamente le decisioni precedentemente prese. Le nostre richieste riguardo gli orsi in generale, erano state chiare e argomentate: la pericolosità degli orsi è relativa ai comportamenti scorretti degli uomini. Spetta agli esseri umani, che si considerano i più intelligenti fra tutti i viventi, fare un passo indietro, trovare il modo di convivere serenamente con i selvatici, dunque anche con gli orsi. Gli animali selvatici sono schivi per istinto e dimostrano di non avere nessun desiderio di incontrare gli uomini, sapendo istintivamente che questa evento ne mette a rischio l’incolumità.
Più volte in questi anni abbiamo richiesto che venisse individuata all’interno del Parco Adamello Brenta una ZONA DI RISERVA INTEGRALE dedicata esclusivamente agli animali selvatici, dove mai i cacciatori, ma solo i guardaparco, gli studiosi e un numero annualmente contingentato di turisti potrebbero entrare. Sappiamo che gli orsi non sono stanziali ma sarebbe comunque un’area preziosa per la fauna e un segnale che la PAT dovrebbe dare a difesa dei suoi animali selvatici. Dopo l’uccisione di mamma KJ2 sarebbe anche un luogo ove tener protetti i suoi cuccioli ma senza sottrarli dalla vita selvatica cui hanno diritto. Dovrebbe pur esserci un luogo dove gli animali possano restare al riparo dalle fucilate e da altre attività umane altamente disturbanti! La montagna non dovrebbe essere ridotta a un Luna-Park! Alla luce di quanto evidenziato dalle ultimissime vicende chiediamo le dimissioni del Presidente della provincia di Trento Ugo Rossi. Sarebbe opportuno per la prossima amministrazione PAT, finalmente, lasciar perdere presunzione, arroganza, autoreferenzialità e tornare umilmente a dare un senso virtuoso alla condizione di specialità se vogliamo che essa sia compresa e accettata anche in futuro.

Grazie per l’attenzione
Dott. Caterina Rosa Marino
LAC Trentino Alto Adige/Südtirol

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