La Regione Lombardia pensa anche in queste settimane agli interessi dei cacciatori e trova il tempo di rivolgersi al Consiglio di Stato» per la caccia alla volpe, sospesa con una ordinanza del 10 gennaio dal Tar Lombardia sul territorio della provincia di Lodi. Lo dicono l’Ente nazionale Protezione animali (Enpa), la Lega abolizione caccia (Lac), e la Lega antivivisezione (Lav), riferendo che la Regione Lombardia ha depositato un atto sottoscritto lo scorso 5 marzo, con cui ha impugnato l’ordinanza del Tar chiedendone la riforma al Consiglio di Stato.

«È raccapricciante dover constatare che in piena emergenza coronavirus, in Lombardia, la regione più martoriata del nostro Paese – dicono le associazioni animaliste – gli amministratori hanno buon tempo da spendere per pensare agli interessi dei cacciatori e alla tutela del loro passatempo sanguinario». In effetti «sarebbe stato sufficiente attendere il prossimo 16 luglio, quando al Tar si terrà l’udienza di merito, per sostenere le ragioni di coloro che vorrebbero uccidere quante più volpi possibile, solo perché sono competitori dei cacciatori». Con questa ultima decisione, osservano, «la Regione Lombardia si conferma come una tra le più fanatiche sostenitrici dei cacciatori, disposta a impegnare denaro e persone per sfidare la giustizia amministrativa che ha dichiarato l’illegalità di un suo atto».

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