Caccia e gestione del Cinghiale a Brescia: quando  l’unico scopo è creare allarmismo e la menzogna diventa un’arma mediatica.

 

Le date e le scadenze sono importanti; anche per chi attua una disinformazione mirata. L’operazione sta andando avanti da anni, ma proprio nei giorni scorsi, a ridosso della prima udienza, avvenuta giovedì, di un processo che per la prima volta dovrà giudicare i criteri seguiti per la cosiddetta gestione del cinghiale nel Bresciano, l’informazione locale ha moltiplicato i servizi, sempre più allarmistici, sottolineando un’emergenza cinghiali che esiste soltanto nella mente di chi la vuole creare anche mediaticamente. E certamente in quella di chi ha tutto l’interesse a spacciarla come reale.
Fortunatamente c’è stato l’intervento ufficiale della Polizia Provinciale a smontare, giorni fa, l’ennesima notizia stravolta e dilatata. Un intervento che ha rappresentato anche un clamoroso autogol per chi a ogni livello – dai cacciatori alla politica – sostiene la pratica degli abbattimenti per attuare un fallimentare contenimento della specie. Il cinghiale che ha accidentalmente colpito facendo cadere una escursionista sull’alto Garda stava fuggendo terrorizzato dai segugi e dai cacciatori che lo stavano braccando, ma fino alla precisazione della polizia provinciale, per gli organi d’informazione era ufficialmente un animale pericoloso che aveva «aggredito» una escursionista.

Il pericolo, e chi studia il problema seriamente lo dice da tempo, è in realtà rappresentato proprio dalle battute, dalle campagne di abbattimento, che frammentano i branchi moltiplicando la riproduzione e terrorizzando gli animali.

Il pericolo è la disinformazione organizzata, una campagna vergognosa, ai limiti dl procurato allarme, in merito alla quale la LAC ha chiesto un incontro col prefettoQuesta campagna mediatica finisce per nascondere l’obiettivo di chi la cosiddetta emergenza l’ha creata, ovvero i cacciatori, avallato dalle politiche della Regione. Semplicemente, quello dei cinghiali è già un business. Questi animali sono già carne da macello, e l’interesse è solo quello di moltiplicarne il numero per abbatterli e commercializzarne le carcasse. 

Per approfondire:  https://www.emergenzacinghiali.org/


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