Il furto dell’avifauna e la cruenta pratica del sessaggio dei tordi.
Per legge i richiami vivi utilizzati dai cacciatori capannisti per attrarre altri uccelli allo sparo, devono essere d’allevamento.
Per certificare che l’animale è da allevamento, l’ornicoltore deve apporre un anellino entro il 10′ giorno di vita, in modo che crescendo con l’ingrandirsi del tarso l’anello diventi inamovibile, non sfilabile e riutilizzabile per uccelli catturati in natura.
C’è tuttavia un commercio illecito vasto di avifauna catturata, tolta dalla natura e alla quale viene posto l’anellino contraffatto, allargato e richiuso, essendo di materiale morbido come l’alluminio.
Molti sono i furti che vengono perpretati a danno del nostro patrimonio naturale, dagli uccelli catturati con reti, ai pulli rubati dai nidi in varie parte d’Italia.
Animali che subiscono anche un terribile metodo di vivisezione artigianale, utile a definire il sesso di questi uccelli migratori. Questa pratica viene effettuata sul #tordo perché risulta quasi impossibile distinguere il maschio dalla femmina, perché sono simili in piumaggio e dimensioni ed essendo utilizzabile nella caccia e perciò vendibile come richiamo vivo il solo maschio ha più valore commerciale . Queste povere bestiole vengono sottoposte ad una operazione chirurgica dolorosa, in condizioni igieniche raccapriccianti e senza anestesia, per definirne appunto il sesso. Per il sessaggio agli uccelli viene effettuato un taglio nel basso ventre e spostandone le interiora viene ispezionata la parte sottostante la spina dorsale dove sono collocati i piccolissimi testicoli del tordo maschio. I maschi vengono perciò richiusi alla buona con colle tipo attack, per lasciare meno tracce e sfuggire eventuali controlli antibracconaggio, patendo una mortalità superiore al 50/70 per cento, mentre le femmine di norma vengono uccise con lo schiacciamento della testa o vendute a poco prezzo.
L’uccello è un essere senziente, lo hanno dimostrato molti studi scientifici. Di cattività e soprattutto tolti alla natura, soffrono l’impossibilità di migrare, sono animali che allo stato naturale compiono migrazioni di km e km; passano giorni di sofferenze e privazioni etologiche e fisiologiche inaccettabili fino all’arrivo della morte.
LAC chiede da tempo al governo di vietare l’utilizzo dei richiami vivi e di rivedere le attuali #pene per #bracconaggio troppo esigue per funzionare da deterrente.
Aiutateci a dare voce a chi non ce l’ha.
Gli animali devono essere liberi, liberi di volare! 👇👇👇
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Per chi volesse partecipare ai campi antibracconaggio LAC scriva a apusapus64@abolizionecaccia.it


